giorgio micca
Testi sparsi raccolti qua e la' e che ho trovato belli o interessanti.
venerdì 4 ottobre 2013
Mio Signore,
le stelle luccicano
e gli occhi degli uomini sono chiusi.
I re hanno serrato le porte
e ciascun amante sta appartato col suo amore.
Io sono qui sola con Te.
Mio Signore
se ti adoro
per timore dell'inferno, bruciami nell'inferno.
Se ti adoro
per desiderio del Paradiso, barrami i suoi cancelli.
Ma se ti adoro
per Te stesso soltanto, disvelami la bellezza del tuo Volto.
Rabia al Basri
mercoledì 18 settembre 2013
Gli animali della fattoria decidono di fare un picnic. Si incamminano percio' tutti verso un bel prato. Li' giunti, si accorgono di avere dimenticato l'apriscatole. Chi va a prenderlo? I conigli, subito attenzionati, non hanno voglia; le oche, abbastanza veloci anch'esse, neanche; cani e gatti guardano da un'altra parte. Alla fine si offre la tartaruga: vado a prederlo io! Tra qualche entusiasmo, ...ma anche qualche perplessita', la tartaruga si avvia.
Passa un'ora, due ore, ne passano tre, della tartaruga non si sa nulla. Il gruppo si innervosisce, qualcuno dice che si puo' cominciare col prosciutto, la verdura, in attesa dell'apriscatole. Qualcun altro vuole aspettare ancora, la discussione cresce, pare che una maggioranza sia a favore di dare via alle danze senza indugio. Dal fondo del prato, prima di attraversare il bosco, s'ode allora la voce della tartaruga: "Eh ma se fate cosi' non vado piu'..."
Passa un'ora, due ore, ne passano tre, della tartaruga non si sa nulla. Il gruppo si innervosisce, qualcuno dice che si puo' cominciare col prosciutto, la verdura, in attesa dell'apriscatole. Qualcun altro vuole aspettare ancora, la discussione cresce, pare che una maggioranza sia a favore di dare via alle danze senza indugio. Dal fondo del prato, prima di attraversare il bosco, s'ode allora la voce della tartaruga: "Eh ma se fate cosi' non vado piu'..."
In primo luogo il terso e luminoso colore del cielo
In primo luogo il terso e luminoso colore del cielo,
e i corpi in esso racchiusi, le stelle che vagano ovunque nello spazio,
e la luna e lo splendore del sole dalla vivissima luce;
se tutto cio' apparisse ora per la prima volta ai mortali,
e all'improvviso si offrisse del tutto inatteso allo sguardo,
cos'altro piu' di codeste essenze potrebbe dirsi prodigioso,
o che prima le genti avrebbero meno ritenuto possibile?
Nulla, credo: tanto quelle visioni sarebbero state
mirabili. Eppure ormai nessuno, stanco a sazieta' di scorgerli,
si degna di sollevare lo sguardo ai luminosi templi del cielo.
Lucrezio, De Rerum Natura, Libro II
(trad. di Luca Canali)
e i corpi in esso racchiusi, le stelle che vagano ovunque nello spazio,
e la luna e lo splendore del sole dalla vivissima luce;
se tutto cio' apparisse ora per la prima volta ai mortali,
e all'improvviso si offrisse del tutto inatteso allo sguardo,
cos'altro piu' di codeste essenze potrebbe dirsi prodigioso,
o che prima le genti avrebbero meno ritenuto possibile?
Nulla, credo: tanto quelle visioni sarebbero state
mirabili. Eppure ormai nessuno, stanco a sazieta' di scorgerli,
si degna di sollevare lo sguardo ai luminosi templi del cielo.
Lucrezio, De Rerum Natura, Libro II
(trad. di Luca Canali)
Eros, ma tu mi vedi ancora?
Marco Antonio: Eros, ma tu mi vedi ancora?
Eros: Si', nobile signore.
Marco Antonio:
Vediamo a volte nuvole dalla forma di drago,
vapori, a volte, come un leone o un orso,
una rocca turrita o un picco a piombo,...
un monte con due cime o un promontorio azzurro
coperto d'alberi ondeggianti sul mondo,
aria che si fa beffe dei nostri occhi. Li hai visti, questi segni:
sono tutti spettacoli che ci offre il nero vespro.
Eros: Si',mio signore.
Marco Antonio:
Cio' che ora e' un cavallo, nel tempo di un pensiero
viene smembrato dalla nuvolaglia, che lo rende indistinto
come acqua nell'acqua.
Eros: E cosi' e', signore.
Marco Antonio:
Eros, buon servitore, ora il tuo comandante
E' una di quelle forme: eccomi come Antonio; ma non posso mantenere questo corpo visibile, ragazzo.
Shakespeare, Antonio e Cleopatra, Scena iv
Eros: Si', nobile signore.
Marco Antonio:
Vediamo a volte nuvole dalla forma di drago,
vapori, a volte, come un leone o un orso,
una rocca turrita o un picco a piombo,...
un monte con due cime o un promontorio azzurro
coperto d'alberi ondeggianti sul mondo,
aria che si fa beffe dei nostri occhi. Li hai visti, questi segni:
sono tutti spettacoli che ci offre il nero vespro.
Eros: Si',mio signore.
Marco Antonio:
Cio' che ora e' un cavallo, nel tempo di un pensiero
viene smembrato dalla nuvolaglia, che lo rende indistinto
come acqua nell'acqua.
Eros: E cosi' e', signore.
Marco Antonio:
Eros, buon servitore, ora il tuo comandante
E' una di quelle forme: eccomi come Antonio; ma non posso mantenere questo corpo visibile, ragazzo.
Shakespeare, Antonio e Cleopatra, Scena iv
lunedì 17 giugno 2013
Night
How beautiful is night!
A dewy freshness fills the silent air;
No mist obscures, nor cloud, nor speck, nor stain,
Breaks the serene of heaven;
In full-orbed glory yonder moon divine
Rolls through the dark blue depths.
Beneath her steady ray
The desert-circle spreads,
Like the round ocean, girdled with the sky.
How beautiful is night!
Robert Southey
Che meraviglia la notte!
Una freschezza di rugiada riempe l'aria silente;
Alcuna nebbia, o nube, o macchia di polvere
rompe il sereno del cielo;
In piena luce il divino globo lunare in gloria
percorre nell'oscurita' le profondita' blu.
Al di sotto del suo raggio fisso
l'intero orizzonte si distende,
come il tondo oceano, coronato dal cielo.
Che meraviglia la notte!
A dewy freshness fills the silent air;
No mist obscures, nor cloud, nor speck, nor stain,
Breaks the serene of heaven;
In full-orbed glory yonder moon divine
Rolls through the dark blue depths.
Beneath her steady ray
The desert-circle spreads,
Like the round ocean, girdled with the sky.
How beautiful is night!
Robert Southey
Che meraviglia la notte!
Una freschezza di rugiada riempe l'aria silente;
Alcuna nebbia, o nube, o macchia di polvere
rompe il sereno del cielo;
In piena luce il divino globo lunare in gloria
percorre nell'oscurita' le profondita' blu.
Al di sotto del suo raggio fisso
l'intero orizzonte si distende,
come il tondo oceano, coronato dal cielo.
Che meraviglia la notte!
domenica 16 giugno 2013
To Mary in Heaven
To Mary in Heaven
Thou lingering star, with lessening ray
That lovest to greet the early morn,
Again thou usherest in the day
My Mary from my Soul was torn.
O Mary! Dear, departed Shade!
Where is thy place of blissful rest?
Seest thou thy lover lowly laid?
Hear'st thou the groans that rend his breast?
That sacred hour can I forget,
Can I forget the hallowed grove,
Where by the winding Ayr, we met,
To live one day of Parting Love?
Eternity can not efface
Those records dear of transports past;
Thy image at our last embrace,
Ah! little thought we 'twas our last!
Ayr gurgling kiss'd his pebbled shore,
O'erhung with wild-woods, thickening green;
The fragrant birch, and hawthorn hoar,
Twined, am'rous, round the raptured scene:
The flowers sprang wanton to be prest,
The birds sang love on every spray;
Till too, too soon the glowing west
Proclaimed the speed of winged day.
Still o'er these scenes my mem'ry wakes,
And fondly broods with miser-care;
Time but th' impression stronger makes,
As streams their channels deeper wear,
My Mary! dear departed shade!
Where is thy place of blissful rest!
Seest thou thy Lover lowly laid!
Hear'st thou the groans that rend his breast!
Robert Burns
Scritta nell'autunno del 1789, nell'anniversario della morte di. Mary Campbell. Mary viveva in una fattoria non lontano da quella della famiglia di Burns. Poco si sa di lei, ma il poeta scrisse lui stesso la nota seguente: "Era una creatura affascinante, calda d'affetto generoso come mai fu concesso a un uomo di ricevere. Dopo una lunga frequentazione, la piu' ardente possibile, ci demmo appuntamento la seconda domenica di Maggio, in una radura appartata presso le rive dell'Ayr, dove passammo il giorno a dirci addio prima che lei si imbarcasse per le Regioni dell'Ovest, dove andava per preparare il nostro progetto di vita assieme. Alla fine dell'autunno successivo lei riattraverso' il mare per raggiungermi a Greenock, era appena sbarcata quando fu colpita da una febbre maligna, che precipito' il mio amore caro nella tomba in pochi giorni, prima ancora che io potessi sapere della sua malattia."
A Mary in Cielo
Tu stella tardiva, via via piu' fioca,
Che vuoi salutare il primo mattino,
Nuovamente annunci tu questo giorno,
il giorno che la mia Mary dall'anima mi fu strappata.
Oh Mary! Cara ombra svanita!
Dov'e' il luogo del tuo riposo beato?
Vedi tu il tuo amore a terra prostrato?
Odi tu i lamenti che gli lacerano il petto?
Inizia subito la nota malinconica, il poeta ha vegliato tutta la notte ricordando i teneri momenti dell’ultimo felice incontro. Poi lei gli fu strappata, e ancora lui non sa darsi pace; non sa dove sia finita, il titolo dice “in cielo”, ma Burns dice cielo perche’ non ha altra parola, non sa indicare il nulla, il vuoto.
Come posso scordare quell'ora sacra?
Posso dimenticare quel boschetto benedetto,
dove ci incontrammo, presso il fiume Ayr, col vento,
e vivemmo un giorno intero di commiato d'amore?
In eterno resteranno le tracce,
le impronte del passato trasporto.
La tua figura, al nostro ultimo abbraccio,
Ah! E come pensare che fosse davvero l'ultimo!
Dopo il ricordo, la seconda strofa comincia a descrivere il contesto paesaggistico. C’e’ il vento, sulle rive del fiume Ayr, che rende piu’ romantico l’abbraccio dei fidanzati. Di quell’abbraccio, resto’ un’impronta sull’erba, e restera’ in eterno.
L'Ayr bisbigliando baciava la riva di ciottoli,
e piu' sopra i boschi selvaggi, e il folto del verde;
la betulla odorosa e il candido biancospino,
fianco a fianco si affacciavano, in estasi.
I fiori eran alti, ansiosi di far da giaciglio,
d'amore cantavan gli uccelli, tutt'intorno,
finche' presto, troppo presto i raggi dell'Ovest
annunciavano che il giorno, alato, finiva.
Qui il sentimento raggiunge il culmine. Il paesaggio fa da controcanto al sentimento amoroso. Tutto e’ luce, armonia; anche il biancospino, candido di purezza, e la betulla, profumata, si abbinano, stanno fianco a fianco, come loro due; tutto concorre a benedire il loro abbraccio: anche gli uccellini, i fiori stessi. Ma, l’ultimo bagliore dei raggi al tramonto (glowing west) annuncia purtroppo la conclusione del commiato.
L’attacco della strofa e’ solenne, elegiaco (Ayr gurgling kiss'd his pebbled shore), il ritmo e’ lento e piano; la prima parola del primo verso e’ Ayr, il nome del fiume, quasi umanizzato: anche il fiume “bacia”.
Queste scene, ancora, indugio a ricordare,
le covo e proteggo, avaro geloso!
Il tempo non fa che aumentar lo sconforto,
come i torrenti in piena scavano piu' a fondo.
Mary O Mary mia, cara ombra svanita!
Dov'e' il luogo del tuo riposo beato?
Vedi tu il tuo amore a terra prostrato?
Odi tu i lamenti che gli squassano il petto?
Il poeta rimugina, e come un torrente in piena scava sempre piu’ a fondo il suo alveo, di inconsolabile sconforto.
Thou lingering star, with lessening ray
That lovest to greet the early morn,
Again thou usherest in the day
My Mary from my Soul was torn.
O Mary! Dear, departed Shade!
Where is thy place of blissful rest?
Seest thou thy lover lowly laid?
Hear'st thou the groans that rend his breast?
That sacred hour can I forget,
Can I forget the hallowed grove,
Where by the winding Ayr, we met,
To live one day of Parting Love?
Eternity can not efface
Those records dear of transports past;
Thy image at our last embrace,
Ah! little thought we 'twas our last!
Ayr gurgling kiss'd his pebbled shore,
O'erhung with wild-woods, thickening green;
The fragrant birch, and hawthorn hoar,
Twined, am'rous, round the raptured scene:
The flowers sprang wanton to be prest,
The birds sang love on every spray;
Till too, too soon the glowing west
Proclaimed the speed of winged day.
Still o'er these scenes my mem'ry wakes,
And fondly broods with miser-care;
Time but th' impression stronger makes,
As streams their channels deeper wear,
My Mary! dear departed shade!
Where is thy place of blissful rest!
Seest thou thy Lover lowly laid!
Hear'st thou the groans that rend his breast!
Robert Burns
Scritta nell'autunno del 1789, nell'anniversario della morte di. Mary Campbell. Mary viveva in una fattoria non lontano da quella della famiglia di Burns. Poco si sa di lei, ma il poeta scrisse lui stesso la nota seguente: "Era una creatura affascinante, calda d'affetto generoso come mai fu concesso a un uomo di ricevere. Dopo una lunga frequentazione, la piu' ardente possibile, ci demmo appuntamento la seconda domenica di Maggio, in una radura appartata presso le rive dell'Ayr, dove passammo il giorno a dirci addio prima che lei si imbarcasse per le Regioni dell'Ovest, dove andava per preparare il nostro progetto di vita assieme. Alla fine dell'autunno successivo lei riattraverso' il mare per raggiungermi a Greenock, era appena sbarcata quando fu colpita da una febbre maligna, che precipito' il mio amore caro nella tomba in pochi giorni, prima ancora che io potessi sapere della sua malattia."
A Mary in Cielo
Tu stella tardiva, via via piu' fioca,
Che vuoi salutare il primo mattino,
Nuovamente annunci tu questo giorno,
il giorno che la mia Mary dall'anima mi fu strappata.
Oh Mary! Cara ombra svanita!
Dov'e' il luogo del tuo riposo beato?
Vedi tu il tuo amore a terra prostrato?
Odi tu i lamenti che gli lacerano il petto?
Inizia subito la nota malinconica, il poeta ha vegliato tutta la notte ricordando i teneri momenti dell’ultimo felice incontro. Poi lei gli fu strappata, e ancora lui non sa darsi pace; non sa dove sia finita, il titolo dice “in cielo”, ma Burns dice cielo perche’ non ha altra parola, non sa indicare il nulla, il vuoto.
Come posso scordare quell'ora sacra?
Posso dimenticare quel boschetto benedetto,
dove ci incontrammo, presso il fiume Ayr, col vento,
e vivemmo un giorno intero di commiato d'amore?
In eterno resteranno le tracce,
le impronte del passato trasporto.
La tua figura, al nostro ultimo abbraccio,
Ah! E come pensare che fosse davvero l'ultimo!
Dopo il ricordo, la seconda strofa comincia a descrivere il contesto paesaggistico. C’e’ il vento, sulle rive del fiume Ayr, che rende piu’ romantico l’abbraccio dei fidanzati. Di quell’abbraccio, resto’ un’impronta sull’erba, e restera’ in eterno.
L'Ayr bisbigliando baciava la riva di ciottoli,
e piu' sopra i boschi selvaggi, e il folto del verde;
la betulla odorosa e il candido biancospino,
fianco a fianco si affacciavano, in estasi.
I fiori eran alti, ansiosi di far da giaciglio,
d'amore cantavan gli uccelli, tutt'intorno,
finche' presto, troppo presto i raggi dell'Ovest
annunciavano che il giorno, alato, finiva.
Qui il sentimento raggiunge il culmine. Il paesaggio fa da controcanto al sentimento amoroso. Tutto e’ luce, armonia; anche il biancospino, candido di purezza, e la betulla, profumata, si abbinano, stanno fianco a fianco, come loro due; tutto concorre a benedire il loro abbraccio: anche gli uccellini, i fiori stessi. Ma, l’ultimo bagliore dei raggi al tramonto (glowing west) annuncia purtroppo la conclusione del commiato.
L’attacco della strofa e’ solenne, elegiaco (Ayr gurgling kiss'd his pebbled shore), il ritmo e’ lento e piano; la prima parola del primo verso e’ Ayr, il nome del fiume, quasi umanizzato: anche il fiume “bacia”.
Queste scene, ancora, indugio a ricordare,
le covo e proteggo, avaro geloso!
Il tempo non fa che aumentar lo sconforto,
come i torrenti in piena scavano piu' a fondo.
Mary O Mary mia, cara ombra svanita!
Dov'e' il luogo del tuo riposo beato?
Vedi tu il tuo amore a terra prostrato?
Odi tu i lamenti che gli squassano il petto?
Il poeta rimugina, e come un torrente in piena scava sempre piu’ a fondo il suo alveo, di inconsolabile sconforto.
mercoledì 12 giugno 2013
Anthem for doomed youth
Anthem for doomed youth
What passing-bells for these who die as cattle?
Only the monstrous anger of the guns.
Only the stuttering rifles' rapid rattle
Can patter out their hasty orisons.
No mockeries now for them; no prayers nor bells;
Nor any voice of mourning save the choirs,
The shrill, demented choirs of wailing shells;
And bugles calling for them from sad shires.
What candles may be held to speed them all?
Not in the hands of boys, but in their eyes
Shall shine the holy glimmers of good-byes.
The pallor of girls' brows shall be their pall;
Their flowers the tenderness of patient minds,
And each slow dusk a drawing-down of blinds
Inno per una gioventu' spacciata
Quali campane a morto per questi che muoiono come bestie?
Solo la mostruosa rabbia delle armi.
Solo il rantolo ripetuto dei fucili schioppettanti
ecco la sola rapida orazione bisbigliabile.
Niente parole ora per loro; ne' preghiere ne' campane;
Nessun'altra voce di cordoglio salvo i cori,
I forsennati cori stridenti delle granate ululanti;
E squilli di tromba da tristi contee.
Quali candelabri prendere per dar loro l'addio?
Non nelle mani di ragazzi, ma nei loro occhi
brilleranno gli ultimi santi raggi di luce.
La loro bare, saranno le fronti pallide delle donne;
I fiori, saranno la tenerezza di pensieri pietose,
e ogni lento crepuscolo, sara' l'oscuramento della stanza.
Wilfred Owen
What passing-bells for these who die as cattle?
Only the monstrous anger of the guns.
Only the stuttering rifles' rapid rattle
Can patter out their hasty orisons.
No mockeries now for them; no prayers nor bells;
Nor any voice of mourning save the choirs,
The shrill, demented choirs of wailing shells;
And bugles calling for them from sad shires.
What candles may be held to speed them all?
Not in the hands of boys, but in their eyes
Shall shine the holy glimmers of good-byes.
The pallor of girls' brows shall be their pall;
Their flowers the tenderness of patient minds,
And each slow dusk a drawing-down of blinds
Inno per una gioventu' spacciata
Quali campane a morto per questi che muoiono come bestie?
Solo la mostruosa rabbia delle armi.
Solo il rantolo ripetuto dei fucili schioppettanti
ecco la sola rapida orazione bisbigliabile.
Niente parole ora per loro; ne' preghiere ne' campane;
Nessun'altra voce di cordoglio salvo i cori,
I forsennati cori stridenti delle granate ululanti;
E squilli di tromba da tristi contee.
Quali candelabri prendere per dar loro l'addio?
Non nelle mani di ragazzi, ma nei loro occhi
brilleranno gli ultimi santi raggi di luce.
La loro bare, saranno le fronti pallide delle donne;
I fiori, saranno la tenerezza di pensieri pietose,
e ogni lento crepuscolo, sara' l'oscuramento della stanza.
Wilfred Owen
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