mercoledì 18 settembre 2013

Gli animali della fattoria decidono di fare un picnic. Si incamminano percio' tutti verso un bel prato. Li' giunti, si accorgono di avere dimenticato l'apriscatole. Chi va a prenderlo? I conigli, subito attenzionati, non hanno voglia; le oche, abbastanza veloci anch'esse, neanche; cani e gatti guardano da un'altra parte. Alla fine si offre la tartaruga: vado a prederlo io! Tra qualche entusiasmo, ...ma anche qualche perplessita', la tartaruga si avvia.
Passa un'ora, due ore, ne passano tre, della tartaruga non si sa nulla. Il gruppo si innervosisce, qualcuno dice che si puo' cominciare col prosciutto, la verdura, in attesa dell'apriscatole. Qualcun altro vuole aspettare ancora, la discussione cresce, pare che una maggioranza sia a favore di dare via alle danze senza indugio. Dal fondo del prato, prima di attraversare il bosco, s'ode allora la voce della tartaruga: "Eh ma se fate cosi' non vado piu'..."

In primo luogo il terso e luminoso colore del cielo

In primo luogo il terso e luminoso colore del cielo,
e i corpi in esso racchiusi, le stelle che vagano ovunque nello spazio,
e la luna e lo splendore del sole dalla vivissima luce;
se tutto cio' apparisse ora per la prima volta ai mortali,
e all'improvviso si offrisse del tutto inatteso allo sguardo,
cos'altro piu' di codeste essenze potrebbe dirsi prodigioso,
o che prima le genti avrebbero meno ritenuto possibile?
Nulla, credo: tanto quelle visioni sarebbero state
mirabili. Eppure ormai nessuno, stanco a sazieta' di scorgerli,
si degna di sollevare lo sguardo ai luminosi templi del cielo.

Lucrezio, De Rerum Natura, Libro II
(trad. di Luca Canali)

Eros, ma tu mi vedi ancora?

Marco Antonio: Eros, ma tu mi vedi ancora?
Eros: Si', nobile signore.
Marco Antonio:
Vediamo a volte nuvole dalla forma di drago,
vapori, a volte, come un leone o un orso,
una rocca turrita o un picco a piombo,...
un monte con due cime o un promontorio azzurro
coperto d'alberi ondeggianti sul mondo,
aria che si fa beffe dei nostri occhi. Li hai visti, questi segni:
sono tutti spettacoli che ci offre il nero vespro.
Eros: Si',mio signore.
Marco Antonio:
Cio' che ora e' un cavallo, nel tempo di un pensiero
viene smembrato dalla nuvolaglia, che lo rende indistinto
come acqua nell'acqua.
Eros: E cosi' e', signore.
Marco Antonio:
Eros, buon servitore, ora il tuo comandante
E' una di quelle forme: eccomi come Antonio; ma non posso mantenere questo corpo visibile, ragazzo.

Shakespeare, Antonio e Cleopatra, Scena iv