Ye banks and braes o' bonie Doon,
How can ye bloom sae fresh and fair?
How can ye chant, ye little birds,
And I sae weary fu' o' care!
Thou'll break my heart, thou warbling bird,
That wantons thro' the flowering thorn!
Thou minds me o' departed joys,
Departed never to return.
Aft hae I rov'd by bonie Doon
To see the rose and woodbine twine,
And ilka bird sang o' its luve,
And fondly sae did I o' mine.
Wi' lightsome heart I pu'd a rose,
Fu' sweet upon its thorny tree!
And my fause luver staw my rose --
But ah! he left the thorn wi' me.
Robert Burns
Voi sponde e margini del bel fiume Doon,
Come riuscite a fiorire così fresche e belle?
Come riuscite a cantare, voi uccelli,
Mentre io sono qui, stanca, angosciata!
Voi spezzerete il mio cuore, col vostro canto virtuoso
Voi uccelli che volate attraverso le spine in fiore!
Mi ricordate le gioie ormai lontane,
andate via per non tornare mai più.
Spesso ho remato lungo il bel Doon
per osservare la rosa e il caprifoglio attorcigliarsi,
E ogni passero cantava il suo amore,
E io, appassionatamente, cantavo il mio.
Con il cuore leggero, afferrai una rosa,
Piena di dolcezza sul suo ramo spinoso!
E il mio falso amore rubò il fiore -
Ma ah! se n'è andato lasciandomi la spina.Visualizza altro
venerdì 31 maggio 2013
mercoledì 15 maggio 2013
Arms and the boy
Arms and the boy
Let the boy try along this bayonet-blade
How cold steel is, and keen with hunger of blood;
Blue with all malice, like a madman's flash;
And thinly drawn with famishing for flesh.
Lend him to stroke these blind, blunt bullet-heads
Which long to nuzzle in the hearts of lads.
Or give him cartridges of fine zinc teeth,
Sharp with the sharpness of grief and death.
For his teeth seem for laughing round an apple.
There lurk no claws behind his fingers supple;
And God will grow no talons at his heels,
Nor antlers through the thickness of his curls.
Wilfred Owen
Le armi e il ragazzo
Fai provare al ragazzo sulla lama della baionetta
Quanto e' freddo l'acciaio, assetato di sangue;
Colore blu maligno, come le pezze dei matti,
E trafilato tagliente per aver fame di carne.
Lasciamolo colpire con questi proiettili ciechi, ottusi
Che anelano ad annidarsi nei cuori dei giovani.
O diamogli cartucce, dai bei denti di zinco,
Penetranti, precise di morte e dolore.
Ma i suoi denti son fatti per ridere, con una mela.
Non si celano artigli dietro le sue agili dita:
E Dio non fa crescere unghioni sotto i talloni,
Ne' palchi di corna sotto lo spessore dei riccioli.
(Iniziazione alle armi vista come perversione. Non e' il desiderio di Dio trasformare i giovani in assassini (Dio non fa crescere unghioni sotto i talloni). Anche se c'erano molti volontari (siamo nella prima guerra mondiale), nessuno poteva comprendere cosa cui andava incontro, perche' nulla del genere era successo prima. Le pezze dei matti erano ritagli di stoffa blu cuciti sulle giacche dei soldati in cura psichiatrica per danni da stress di guerra. Le rime non sono quasi mai vere rime, ci sono assonanze e allitterazioni, volutamente.)
martedì 14 maggio 2013
I saw his round mouth's crimson deepen as it fell
Like a sun, in his last deep hour;
watched the magnificent recession of farewell,
clouding, half gleam, half glower,
and a last splendour burn the heavens of his cheek.
And in his eyes
the cold stars lighting, very old and bleak,
in different skies.
Wilfried Owen
Vidi la sua bocca rotonda, in rosso cremisi, affondare cadendo
come un sole, nella sua ultima ora profonda;
scrutai il mirifico abbandono dell'addio,
il crepuscolo, ancora un bagliore, ancora un raggio,
e un ultimo splendore che ardeva i cieli della guancia.
E nei suoi occhi
le stelle fredde, vecchissime e nude, accese
in altri cieli.
(Lo "spettacolo" di un soldato che muore, il sangue alla bocca come un sole al tramonto, gli occhi lontani come stelle. Ammesso che la mia interpretazione sia giusta, perche' il significato della poesia potrebbe essere completamente diverso.
"Clouding" potrebbe voler significare quel fenomeno per cui, al tramonto, in pochi attimi compaiono improvvisamente le nuvole all'orizzonte, gia' scure, non appena gli ultimi raggi del sole scompaiono. Non sapendo come renderlo con una sola parola, neanche con due, ho optato per "crepuscolo". Ho reso "bleak", riferito alle stelle, con "nude", perche' ho immaginato un significato di desolazione, di solitudine)
Like a sun, in his last deep hour;
watched the magnificent recession of farewell,
clouding, half gleam, half glower,
and a last splendour burn the heavens of his cheek.
And in his eyes
the cold stars lighting, very old and bleak,
in different skies.
Wilfried Owen
Vidi la sua bocca rotonda, in rosso cremisi, affondare cadendo
come un sole, nella sua ultima ora profonda;
scrutai il mirifico abbandono dell'addio,
il crepuscolo, ancora un bagliore, ancora un raggio,
e un ultimo splendore che ardeva i cieli della guancia.
E nei suoi occhi
le stelle fredde, vecchissime e nude, accese
in altri cieli.
(Lo "spettacolo" di un soldato che muore, il sangue alla bocca come un sole al tramonto, gli occhi lontani come stelle. Ammesso che la mia interpretazione sia giusta, perche' il significato della poesia potrebbe essere completamente diverso.
"Clouding" potrebbe voler significare quel fenomeno per cui, al tramonto, in pochi attimi compaiono improvvisamente le nuvole all'orizzonte, gia' scure, non appena gli ultimi raggi del sole scompaiono. Non sapendo come renderlo con una sola parola, neanche con due, ho optato per "crepuscolo". Ho reso "bleak", riferito alle stelle, con "nude", perche' ho immaginato un significato di desolazione, di solitudine)
sabato 4 maggio 2013
Fifty-fifty
You can have the grackle whistling blackly
from the feeder as it tosses seed,
if I can have the red-tailed hawk perched
imperious as an eagle on the high branch.
You can have the brown shed, the field mice
hiding under the mower, the wasp’s nest on the door,
if I can have the house of the dead oak,
its hollowed center and feather-lined cave.
You can have the deck at midnight, the possum
vacuuming the yard in its white prowl,
if I can have the yard of wild dreaming, pesky
raccoons, and the roaming, occasional bear.
You can have the whole house, window to window,
roof to soffits to hardwood floors,
if I can have the screened porch at dawn,
the Milky Way, any comets in our yard.
Patricia Clark (U.S. poet laureate)
Meta' ciascuno
Puoi avere la gracola che soffia cattiva
dalla mangiatoia mentre sputacchia i semi,
se io posso avere il falco codirosso imperioso
come un'aquila la' in alto sul ramo.
Puoi avere il granaio marrone, i topi di campo
che si acquattano sotto la mietitrice, e il nido di vespe alla porta,
se io posso avere la casa della quercia secca,
il suo interno scavato foderato di piume.
Puoi avere la terrazza a mezzanotte, l'opossum
bianco che vagabonda nel prato,
se io posso avere, nel prato, i procioni selvaggi, indomiti
a anche la visita imprevista dell'orso.
Puoi avere tutta la casa, da finestra a finestra,
tetto, soffitte e pavimento in legno massiccio,
se io posso avere il terrazzo per me solo al tramonto
la Via Lattea e ogni cometa sul prato.
(Traduzione temeraria e magari sballatissima)
from the feeder as it tosses seed,
if I can have the red-tailed hawk perched
imperious as an eagle on the high branch.
You can have the brown shed, the field mice
hiding under the mower, the wasp’s nest on the door,
if I can have the house of the dead oak,
its hollowed center and feather-lined cave.
You can have the deck at midnight, the possum
vacuuming the yard in its white prowl,
if I can have the yard of wild dreaming, pesky
raccoons, and the roaming, occasional bear.
You can have the whole house, window to window,
roof to soffits to hardwood floors,
if I can have the screened porch at dawn,
the Milky Way, any comets in our yard.
Patricia Clark (U.S. poet laureate)
Meta' ciascuno
Puoi avere la gracola che soffia cattiva
dalla mangiatoia mentre sputacchia i semi,
se io posso avere il falco codirosso imperioso
come un'aquila la' in alto sul ramo.
Puoi avere il granaio marrone, i topi di campo
che si acquattano sotto la mietitrice, e il nido di vespe alla porta,
se io posso avere la casa della quercia secca,
il suo interno scavato foderato di piume.
Puoi avere la terrazza a mezzanotte, l'opossum
bianco che vagabonda nel prato,
se io posso avere, nel prato, i procioni selvaggi, indomiti
a anche la visita imprevista dell'orso.
Puoi avere tutta la casa, da finestra a finestra,
tetto, soffitte e pavimento in legno massiccio,
se io posso avere il terrazzo per me solo al tramonto
la Via Lattea e ogni cometa sul prato.
(Traduzione temeraria e magari sballatissima)
giovedì 2 maggio 2013
Storiella zen
Due monaci zen procedono lungo il loro cammino. Giunti alla riva di un torrente, incontrano una ragazza vestita a festa, che vuole attraversare, ma non vuole rovinarsi le scarpe nuove e ha paura a passare a piedi nudi. Uno dei monaci la prende in braccio e la porta dall'altra parte. Poi ciascuno riprende il suo cammino. Dopo tre ore, l'altro monaco dice al primo: "Hai fatto male a prendere la ragazza in braccio, le nostre regole lo proibiscono". Il primo monaco risponde: "Io ho lasciato la ragazza sulla riva, invece tu la porti ancora dentro di te nella tua mente".
mercoledì 1 maggio 2013
L'ura squisia
A l’è l’ura squisía. Ant l’aria che a se scüra
a-i termula ‘n suris leger, fait ed rifless
ed reusa spalí e d’or, che a svanisso tramez
al nèir dle feuje s-ciasse, mentre l’aria a vèn püra.
A l’è l’ura squisía. Ant le leje pi sombre
mi 'm na vadu sul apress al vol dij me pense’,
e mia ment as arpusa ant cust fantastiche’,
mentre j’euj a seguo tra j’erbo ‘l gieugh d’jombre.
A l’è l’ura squisía. Ij murus a sparisso
Dare’ dle bussona’, an bisbijand sut vus,
perche’ a st’ura ij basin a sun pi delissius.
Ant l’umbra cumpiasenta ij murus a sparisso.
A l’è l’ura squisía. Ant la sèira d’avril,
ji sguard as serco ant l’umbra e j’anime as confundo,
ij laver a termolo e ij cheur an feu as respundo,
e daspertüt as sent cume ‘n perfum sutil.
A l’è l’ura squisía. Sü per el ciel steila’
La lun-a a munta adasi. Tüt ant la sèira a tas
Cume ant an seugn ed pas.
La lun-a a munta adasi sü per el ciel steila’.
Giuseppe Pacotto
martedì 30 aprile 2013
Elogio dell'infanzia
Quando il bambino era bambino,
camminava con le braccia ciondoloni,
voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente
e questa pozzanghera il mare.
Quando il bambino era bambino,
non sapeva di essere un bambino,
per lui tutto aveva un’anima
e tutte le anime erano un tutt’uno.
Quando il bambino era bambino
non aveva opinioni su nulla,
non aveva abitudini,
sedeva spesso con le gambe incrociate,
e di colpo si metteva a correre,
aveva un vortice tra i capelli
e non faceva facce da fotografo.
Quando il bambino era bambino,
era l’epoca di queste domande:
perché io sono io, e perché non sei tu?
perché sono qui, e perché non sono lì?
quando comincia il tempo, e dove finisce lo spazio?
la vita sotto il sole è forse solo un sogno?
non è solo l’apparenza di un mondo davanti al mondo
quello che vedo, sento e odoro?
c’è veramente il male e gente veramente cattiva?
come può essere che io, che sono io,
non c’ero prima di diventare,
e che, una volta, io, che sono io,
non sarò più quello che sono?
Quando il bambino era bambino,
si strozzava con gli spinaci, i piselli, il riso al latte,
e con il cavolfiore bollito,
e adesso mangia tutto questo, e non solo per necessità.
Quando il bambino era bambino,
una volta si svegliò in un letto sconosciuto,
e adesso questo gli succede sempre.
Molte persone gli sembravano belle,
e adesso questo gli succede solo in qualche raro caso di fortuna.
Si immaginava chiaramente il Paradiso,
e adesso riesce appena a sospettarlo,
non riusciva a immaginarsi il nulla,
e oggi trema alla sua idea.
Quando il bambino era bambino,
giocava con entusiasmo,
e, adesso, è tutto immerso nella cosa come allora,
soltanto quando questa cosa è il suo lavoro.
Quando il bambino era bambino,
per nutrirsi gli bastavano pane e mela,
ed è ancora così.
Quando il bambino era bambino,
le bacche gli cadevano in mano come solo le bacche sanno cadere,
ed è ancora così,
le noci fresche gli raspavano la lingua,
ed è ancora così,
a ogni monte,
sentiva nostalgia per una montagna ancora più alta,
e in ogni città,
sentiva nostalgia per una città ancora più grande,
ed è ancora così,
sulla cima di un albero prendeva le ciliegie tutto euforico,
com’è ancora oggi,
aveva timore davanti a ogni estraneo,
e continua ad averlo,
aspettava la prima neve,
e continua ad aspettarla.
Quando il bambino era bambino,
lanciava contro l’albero un bastone come fosse una lancia,
che ancora continua a vibrare.
Peter Handke
camminava con le braccia ciondoloni,
voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente
e questa pozzanghera il mare.
Quando il bambino era bambino,
non sapeva di essere un bambino,
per lui tutto aveva un’anima
e tutte le anime erano un tutt’uno.
Quando il bambino era bambino
non aveva opinioni su nulla,
non aveva abitudini,
sedeva spesso con le gambe incrociate,
e di colpo si metteva a correre,
aveva un vortice tra i capelli
e non faceva facce da fotografo.
Quando il bambino era bambino,
era l’epoca di queste domande:
perché io sono io, e perché non sei tu?
perché sono qui, e perché non sono lì?
quando comincia il tempo, e dove finisce lo spazio?
la vita sotto il sole è forse solo un sogno?
non è solo l’apparenza di un mondo davanti al mondo
quello che vedo, sento e odoro?
c’è veramente il male e gente veramente cattiva?
come può essere che io, che sono io,
non c’ero prima di diventare,
e che, una volta, io, che sono io,
non sarò più quello che sono?
Quando il bambino era bambino,
si strozzava con gli spinaci, i piselli, il riso al latte,
e con il cavolfiore bollito,
e adesso mangia tutto questo, e non solo per necessità.
Quando il bambino era bambino,
una volta si svegliò in un letto sconosciuto,
e adesso questo gli succede sempre.
Molte persone gli sembravano belle,
e adesso questo gli succede solo in qualche raro caso di fortuna.
Si immaginava chiaramente il Paradiso,
e adesso riesce appena a sospettarlo,
non riusciva a immaginarsi il nulla,
e oggi trema alla sua idea.
Quando il bambino era bambino,
giocava con entusiasmo,
e, adesso, è tutto immerso nella cosa come allora,
soltanto quando questa cosa è il suo lavoro.
Quando il bambino era bambino,
per nutrirsi gli bastavano pane e mela,
ed è ancora così.
Quando il bambino era bambino,
le bacche gli cadevano in mano come solo le bacche sanno cadere,
ed è ancora così,
le noci fresche gli raspavano la lingua,
ed è ancora così,
a ogni monte,
sentiva nostalgia per una montagna ancora più alta,
e in ogni città,
sentiva nostalgia per una città ancora più grande,
ed è ancora così,
sulla cima di un albero prendeva le ciliegie tutto euforico,
com’è ancora oggi,
aveva timore davanti a ogni estraneo,
e continua ad averlo,
aspettava la prima neve,
e continua ad aspettarla.
Quando il bambino era bambino,
lanciava contro l’albero un bastone come fosse una lancia,
che ancora continua a vibrare.
Peter Handke
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